Indice contenuti
Diverticoli: cosa sono?
Da un punto di vista strettamente pratico possiamo immaginare i diverticoli come delle piccole sacche, prominenti e arrotondate, disposte lungo le pareti intestinali. Sono delle vere e proprie estroflessioni, caratterizzate da dimensioni assolutamente variabili: a volte sono grandi non più di una nocciola, altre invece come una biglia di vetro.
Di norma, queste escrescenze si presentano in gruppi e compaiono quando i tessuti iniziano a invecchiare. Il colon e il sigma sono le parti più colpite anche se in realtà possono comparire lungo tutto il tratto dell’apparato digerente, classificandosi quindi come esofagei, duodenali o gastrici.
–>> Scopri il corso online Microbiota e dintorni, alimentazione probiotica e naturale
Le cause della diverticolite
Perché queste piccole sacche compaiono proprio nel colon e nel sigma? Le ragioni sono due. La prima è relativa alla struttura anatomica dell’intestino che è attraversato proprio nel colon da vasi sanguigni che lo rendono più debole, in quanto creano delle aree meno resistenti.
Su questo elemento di natura fisica se ne inserisce un altro relativo alle abitudini del paziente. Anni di alimentazione sbagliata, povera in acqua e fibre, la stipsi, uno stile di vita sedentario possono creare un aumento della pressione intra-intestinale causata proprio dall’incremento del materiale contenuto all’interno del colon.
A lungo andare questa pressione costringe i muscoli a un extra lavoro che li ispessisce e che spingerà la mucosa negli interstizi in cui sono situati i vasi sanguigni, causando la comparsa del diverticolo.
Fattori di rischio
Il primo fattore di rischio è l’età in quanto la diverticolite colpisce circa un terzo delle persone con più di 60 anni e quasi due terzi degli ottantenni. Sul banco degli imputati troviamo anche:
- la mancanza di esercizio fisico,
- il fumo ,
- l’abuso dei FANS,
- i farmaci antinfiammatori non steroidei.
A complicare il quadro interviene uno stile alimentare che spesso, a causa della fretta e dello stress quotidiano, è ricco di grassi e zuccheri e povero in fibre e acqua. La mancanza di un apporto idrico adeguato infatti favorisce la comparsa di una costipazione cronica che espone il paziente al rischio di sviluppare i diverticoli.
Leggi anche –>> Gonfiore addominale: cause e rimedi
Quali sono i sintomi dei diverticoli?
La comparsa dei diverticoli spesso è asintomatica. Il medico si accorge della loro presenza nel corso di una colonscopia oppure di un esame radiologico relativo all’apparato digerente. In altri casi invece l’esordio comporta dei sintomi specifici, situati soprattutto nella parte sinistra dell’addome, in corrispondenza del sigma ovvero l’ultimo tratto dell’intestino più soggetto all’azione pressoria.
In questo caso il paziente avverte un dolore che va e viene e tende a peggiorare durante il pasto o subito dopo aver mangiato, la defecazione invece lo allevia. In alcuni casi la stipsi, come nel caso del colon irritabile, si alterna con la diarrea e può comparire qualche traccia di sangue nelle feci.
Se i diverticoli si infiammano, la sintomatologia diventa più importante: nausea, qualche linea di febbre, episodi di vomito, il dolore nella parte bassa dell’addome diventa continuo e più forte e può verificarsi anche un aumento della minzione o, al contrario, una leggera difficoltà a urinare. Rivolgersi al medico curante diventa quindi fondamentale per formulare un piano terapeutico adeguato e ritrovare al più presto serenità e benessere.
La diagnosi
È l’anamnesi a fornire allo specialista gli indizi necessari per procedere a un’analisi più approfondita. Dopo aver visitato il paziente, il professionista può prescrivere una TAC, una colonscopia o un’endoscopia, tre esami necessari per verificare la presenza dei diverticoli, escludendo la possibilità di altre patologie come la sindrome del colon irritabile.
Leggi anche –>> Disbiosi intestinale: sintomi e cura
Diverticoli: come si curano?
La cura dei diverticoli è legata alla frequenza degli episodi. In linea di massima, i diverticoli asintomatici non necessitano tanto di una cura quanto, come vedremo nei prossimi paragrafi, di un cambiamento radicale nel proprio stile di vita.
In caso di infezione e febbre, il piano terapeutico potrà articolarsi sulla somministrazione di antibiotici a rilascio intestinale, simili a quelli utilizzati nella sindrome dell’intestino irritabile, e di paracetamolo o antinfiammatori per placare il dolore e diminuire la temperatura corporea.
Per alleviare i crampi invece possono essere prescritti anche degli antispastici che spesso si rivelano molto più risolutivi dei FANS. Forme più severe, caratterizzate anche dalla presenza di un piccolo ascesso, necessitano di interventi più importanti come drenaggi o la resezione chirurgica del tratto interessato.
Il ruolo dei probiotici
L’utilizzo dei probiotici può aiutare a combattere i diverticoli. Secondo recenti studi infatti, l’integrazione quotidiana con questi prodotti non solo svolge un ruolo fondamentale nella prevenzione ma anche nel trattamento e nella remissione dei disturbi tipici della diverticolite.
Un buon probiotico è fondamentale quando il trattamento prescritto dal medico prevede una terapia antibiotica. Questi farmaci infatti possono causare disturbi digestivi e distruggere i batteri buoni. Il probiotico aiuta a ricostituire la flora e a evitare gli effetti collaterali del medicinale.
Una flora intestinale equilibrata e in salute migliora l’assimilazione dei micronutrienti, combatte il gonfiore, la stitichezza e migliora il sistema immunitario, rendendolo meno vulnerabile alle aggressioni esterne.
Leggi anche –>> Microbiota intestinale: cos’è e come influenza la tua salute
Il cibo, un alleato fondamentale per curare i diverticoli
L’igiene alimentare svolge un ruolo di primaria importanza nel prevenire la diverticolosi ma anche per alleviare il dolore e l’infiammazione. I cardini principali di un regime dietetico adatto a questo scopo sono tre:
- riduzione del consumo di cibi raffinati
- aumento dell’introito quotidiano di fibre
- incremento dell’apporto idrico.
Lo step dal quale partire consiste nel masticare a lungo i cibi per favorire la digestione e per impedire che entrino interi nel colon, favorendo l’insorgere dell’infiammazione. Vi sveliamo un piccolo trucco: dopo aver introdotto il cibo nella bocca, mettete giù le posate, masticate concentrandovi sulla consistenza e sul sapore della pietanza e poi deglutite, passando al boccone successivo.
In presenza di diverticoli è buona norma evitare i semi dei pomodori, che possono rimanere bloccati nel colon, e quelli dell’uva. Per lo stesso motivo è necessario eliminare i kiwi e fare scorta di vitamina C preferendo arance e mandarini. Cioccolato, caramelle, bibite e i dolci in generale contengono carboidrati a rapido assorbimento che possono predisporre all’insorgenza di diverticoli e favorire la comparsa dell’infiammazione. Riserviamoli a occasioni speciali, eliminandoli dalla dieta abituale.
Una buona alimentazione per la diverticolite non può fare a meno delle fibre. Preferire i cereali integrali a quelli raffinati e arricchire la propria alimentazione con legumi, verdure e semi oleosi può aiutare a combattere la costipazione, favorendo il transito intestinale. Non facciamo l’errore però di aumentare l’assunzione di fibre troppo velocemente: meglio aggiungere una quota extra di 5 grammi a settimana per dare tempo al nostro intestino di abituarsi.
Una dieta ricca di fibre è inutile se non aumentiamo l’apporto idrico in quanto queste sostanze hanno bisogno di essere idratate a dovere per svolgere le loro funzioni. Quanto bere? Due litri di acqua al giorno in base al tipo di attività, alla stagione e al nostro fabbisogno.
Spero che questo articolo ti sia stato utile, lo studio Silvia Giovetti supportai tutte quelle persone che vivono momenti di difficoltà, ma non sanno come superarli in maniera efficace e naturale. Per questo è possibile richiedere una consulenza online.
Per info relative ai corsi online puoi scrivermi qui: